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Taster Tour con Dueruote ed Harley-Davidson: “buone” vibrazioni

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“Gentlemen, start your engines”. Per chi non è abituato, il rombo di una dozzina di motori avviati nello stesso momento fa abbastanza impressione, e fa venire in mente il famoso incitamento dello Starter alla partenza della 500 miglia di Indianapolis.

Dopo tanto lavoro di taglia e cuci per affinare il Tour di Tavole e Manubri assieme alla redazione di Dueruote, la rivista di motociclismo della nostra Casa Editrice, è venuto il momento di girare la manopola del gas ed avviarci verso il passo della Cisa per la prima tappa.

Il TasterTour è un vero e proprio motoitinerario di gusto, in senso letterale. Il Cucchiaio d’Argento ha selezionato alcune tappe insolite, capaci di lasciare un ricordo indelebile sulle papille dei partecipanti. Lorenzo Cascioli, caporedattore di Dueruote, ha identificato con inusitata puntigliosità le strade, preferibilmente poco o per nulla frequentate. Le ha messe insieme in un RoadBook dettagliato, e ha guidato il gruppo ad andatura di crociera: saggiamente, visto che c’era qualcuno che la moto non la guidava da vent’anni… (N.d.A. l’indegno scriba del presente)

Harley-Davidson ha posto il sigillo sulla due giorni con le sue moto: fin dalla partenza, impreziosita da   crossante caffè, dal piazzale del concessionario Harley di Parma – Collecchio. E in seguito con i modelli sui cui si sono dati il cambio i partecipanti, inclusa la novissima, fulgente Electra Glide Ultra Limited. Guest Star il cuoco motociclista Matteo Fronduti, che oltre a misurare i gradi di piega della sua Harley-Davidson Street Bob è stato un riferimento per sapienza, aneddoti e curiosità sul mondo della ristorazione.

Dunque: Cisa all’andata e Cerreto al ritorno, più una serie di strade e stradine in Lunigiana e tra le Alpi Apuane. Ma a mangiare?

A Podenzana, alla fine di cinque chilometri e cinquemila curve, i famosi Panigacci, pastella cotta tra due testi in terracotta. Esaustivo il contributo di Matteo, del ristorante Gambin, inclusa la discesa nella fucina infernale dove si scaldano i testi - le formelle di terracotta fabbricate artigianalmente – a oltre 400° e si preparano i Panigacci.

Ad Ameglia, Mauro Ricciardi: nella Locanda che fu di Angelo Paracucchi e che ancora ne porta il nome, una cena di straripante creatività, dalle lumache in salsa tornata di gin tonic alla zuppa di cipolle con i petti di tordo. E visto che si pernottava sul posto, nelle splendidi spazi disegnati negli anni 70 da Vico Magistretti, una galoppata inebriante di vini in abbinata, scelti con piglio e coraggio da Paola Bacigalupo: bastava quel Trebbiano Valentini del 2004 a nobilitarne l’essenza.

Il Giorno Dopo La Sera Prima ci attende l’incursione a Colonnata: il paese del marmo, che non ha paura di erigere un monumento (di marmo) al porco, né di appendere lapidi (di marmo) di commemorazione ai militanti anarchici, né di “concare” il lardo per sei mesi: nel marmo. Visitare un lardifizio artigiano, Venanzio, imparare che la reazione chimico fisica tra il lardo e il marmo ne azzera il contenuto di colesterolo “cattivo”, ed essere felici assaggiandolo.

Epico il percorso “marziano” tra le cave, i mostri meccanici, le gallerie, e poi ancora le stradette tra i boschi che conducono con stretti tornanti a prova di frizione fino a Castelnuovo Magra. Sul più bel “balcone” della Lunigiana assaggiare sotto i candidi ombrelli la cucina di casa la festa della Trattoria Armanda: Frittelle di baccalà e Sgabei, le “lattughe” ripiene, il coniglio arrotolato sono piatti buoni e sinceri, e completano il trittico con la cucina poverissima e popolare dei Panigacci e quella rutilante d’invenzioni di Mauro Ricciardi.

Si termina, con calma, e si riprende la strada del Cerreto: bellissima, asfalto nuovo, traffico nullo. I partecipanti hanno ancora il polso saldo, e per noi che abbiamo organizzato tutto la domanda più gradita: “Quando ne fate un altro, ci avvertite?”

Certo. Presto.

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